(Ultimo aggiornamento: 13/01/2025)
Secondo l’agenzia governativa Uganda Wildlife Authority, la popolazione mondiale dei gorilla di montagna negli ultimi anni è cresciuta, raggiungendo ad oggi il migliaio di esemplari. L’Uganda ne ospita tra i suoi confini più della metà, mentre gli altri vivono nelle foreste del Rwanda e Repubblica Democratica del Congo. Nel 2019 ho avuto la fortuna di incontrare faccia a faccia, a pochi metri di distanza, una dozzina di questi pacifici animali, tra i quali anche un cucciolo di 4 mesi in braccio alla sua mamma!

Dove vivono i gorilla di montagna?
Attualmente i gorilla di montagna si dividono in due gruppi. Il primo vive tra le montagne vulcaniche Virunga, al confine tra Uganda, Rwanda e Repubblica Democratica del Congo. Il secondo gruppo, leggermente meno numeroso, si trova invece nel Parco Nazionale Bwindi Impenetrable, nel sud dell’Uganda. Quest’ultimo è una foresta montana con altitudini che variano dai 1100 ai 2600 metri.

Permessi e regolamento
Per vedere i gorilla, bisogna partecipare ad un gorilla tracking, ovvero una camminata guidata nella foresta alla loro ricerca. Per iscriversi è necessario ottenere un permesso. In alta stagione, tra Giugno e Luglio, è vivamente consigliato l’acquisto del permesso con svariati mesi di anticipo. Voci di corridoio sostengono che i permessi last-minute costino meno. A parte il fatto che non ho trovato riscontri veritieri, per chi è veramente interessato mi sembra un rischio eccessivo. Anche se, bisogna dirlo, i prezzi sono davvero alti! Il gorilla tracking ha portato via buona parte del mio budget totale per 40 giorni in Uganda!
I permessi sono così costosi anche perché sono emessi giornalmente in numero limitato. Lo scopo è evitare che i gorilla si abituino alla presenza costante dell’uomo e della sua instancabile macchina fotografica. Ogni famiglia è visitata per un’ora al giorno da gruppi di massimo 8 turisti più le guide.
Le regole da seguire sono semplici e di buon senso, e vengono ripetute dalle guide sia all’incontro di orientamento iniziale, sia appena prima del faccia a faccia con i gorilla. Si riassumo con: non far casino, non mangiare davanti agli animali, tenere una certa distanza di sicurezza e non toccarli, mai, anche se si avvicinassero loro. Bisogna inoltre avere almeno 15 anni.

I gorilla di Bwindi
Il Parco Nazionale Bwindi e le valli circostanti sono probabilmente la cosa più bella che ho visto in Uganda. Bello il Nilo, le cascate Murchison, i “big cats” (come leoni e leopardi sono chiamati da queste parti)… Ma il Bwindi mi ha colpita al cuore: la natura, il verde, le piantagioni, l’adattamento dell’uomo in questo ambiente… dei paesaggi incredibili! Purtroppo la macchina fotografica, e io dietro la lente, non siamo riusciti a fargli giustizia!

Nel Bwindi Impenetrable National Park vivono circa 400 gorilla di montagna suddivisi in famiglie, 12 delle quali sono giornalmente visitate dai turisti e una è seguita per scopi di ricerca.
Le famiglie sono di 10-20 elementi. Come per altre specie animali, c’è un maschio dominante in ogni gruppo, solitamente il più anziano. Lo si riconosce dal colore del pelo sulla schiena che diventa bianco col passare degli anni. Proprio per questa caratteristica, prende il nome di silverback. Rimane a capo del gruppo fino a quando un altro maschio sfida la sua autorità. A quel punto ognuno degli altri individui sceglie quale dei due silverback seguire e la famiglia di separa.
I gorilla di montagna sono di dimensioni più piccole rispetto ad altre specie di gorilla; sono animali pacifici, prevalentemente vegetariani, molto intelligenti e comunicano tra loro con una varietà di suoni.
Qui i gorilla sanno che l’uomo non è un predatore. In sua presenza, rimangono rilassati mangiando e posando per qualche bel selfie con l’umano. Del resto in Uganda, il turismo ufficiale per vedere i gorilla di montagna risale al 1993, quando una prima famiglia di gorilla, i Mubare, ha intrattenuto un avventuroso gruppo di turisti.

Gorilla tracking: il safari alla ricerca dei gorilla
Il Bwindi Impenetrable ha quattro punti d’accesso: Buhoma a Nord, Ruhija a est, Rushaga a sud e infine Nkuringo a ovest, vicino al confine con il Congo. Al momento dell’acquisto dei permessi, da parte vostra o del tour operator, verrà detto a quale entrata presentarsi la mattina del tracking. Nei dintorni di ognuno di questi ingressi ci sono numerosi lodge e hotel per passare una notte nella foresta
La mattina presto bisogna presentarsi agli uffici del parco per un briefing sulle regole di comportamento, eventuale assistenza speciale (si possono assumere dei porters che aiutano il partecipante durante la camminata) e il controllo dei documenti. Si viene poi divisi in gruppetti di massimo 8 persone e, affidati ad un paio di esperte guide, si parte alla ricerca dei gorilla.
L’avvistamento non è mai garantito ma, visto lo sproposito prezzo del permesso, alcuni tracker partono la mattina presto, ben prima dei turisti, alla ricerca delle famiglie a loro assegnati. Iniziano la ricerca dal punto dove il giorno precedente hanno “lasciato” i gorilla e da lì seguono tracce come impronte, avanzi di cibo e segni del passaggio di questi primati nella foresta. Quando ritrovano la famiglia, comunicano via radio la posizione alle guide che, nel frattempo, stanno già camminando con i turisti.
Il tracking può essere più o meno lungo e faticoso a seconda della posizione dei gorilla e del punto di partenza. Il mio gruppo, alla ricerca della famiglia Rushegura, ha camminato di buon passo (anche troppo, per i miei gusti!) per due ore, una e mezza delle quali in salita parecchio ripida. L’ultima mezz’ora era in piano, in una sorta di bosco con l’erba più alta di me, fango ovunque e decisamente non un sentiero battuto!
In caso di dubbi, segui il tipo col machete!!

L’incontro con i gorilla
Quando abbiamo finalmente incontrato i tracker, ci hanno annunciato che i gorilla erano vicini. Uno dei tracker ha preso la guida del gruppo e ci ha portati, in pochi minuti, dai più belli della famiglia: mamma e il suo cucciolo spettinato!
Si ha a disposizione un’ora di tempo con i gorilla. In quest’arco di tempo siamo riusciti a vederne diversi esemplari, sia maschi che femmine, un paio di “adolescenti” e anche il silverback della famiglia, che però non sembrava gradire essere al centro dell’attenzione e continuava a spostarsi sempre più nella boscaglia.
Le regole dicono di non avvicinarsi, ma a volte li si trova proprio “dietro l’angolo”. E quando sono loro ad avvicinarsi, bisogna addirittura farsi da parte per lasciarli passare.
Scaduta l’ora in compagnia dei Rushegura, abbiamo preso la via del ritorno, dopo una breve pausa di ristoro. Come ultima sorpresa completamente fuori programma, abbiamo anche intravisto altri due gorilla di un’altra famiglia! Tanto camminare per incontrare i nostri e questi due se la spassavano lì, proprio sul ciglio del sentiero!

Prezzo VS esperienza: ne vale la pena?
Diciamocela tutta, i permessi in Uganda costano meno che in Rwanda ma, comunque, stiamo parlando di svariati centinaia di dollari! Incontrare i gorilla è caro. Carissimo. Costa tre volte tanto il prezzo del tracking degli scimpanzé. E’ l’attività singola più cara che io abbia mai fatto in vita mia.
D’altro canto i gorilla di montagna sono a rischio di estinzione, anche perché non sopravvivono in cattività, e li si trova solamente in questa piccola parte di mondo tra Uganda, Rwanda e Congo.
Il trekking nella foresta è intensissimo ma anche bellissimo (se piace il genere, chiaramente!). E vedere questi calmi bestioni da pochi metri di distanza è incredibilmente affascinante.
E quindi, ne vale la pena? Eh…. voi che ne pensate? Ditemelo voi! 🙂
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Sara Alessandrini
Che esperienza affascinante! Mi chiedo se riuscirò mai a fare un viaggio dei genere e soprattutto quando si potrà tornare a viaggiare. In ogni caso è davvero bello allontanarsi dalla monotonia casalinga e leggere qualcosa di interessanti su posti come l’Uganda!
The Lady
Leggevo in questi giorni che il Ruanda ha chiudo i parchi per evitare che i turisti possano passare il virus ai gorilla, tanto simili a noi. L’Uganda non l’ha ritenuto necessario perché, dicono, “non ci sono più turisti nel paese”! ? Detta così fa un po’ ridere, ma in verità la situazione è piuttosto tragica, per tanti che lavorano con il turismo!!
Lucy
Una delle cose più interessanti che abbia mai letto in fatto di esperienze con animali! Ottima domanda la tua, se ne vale la pena… secondo me sì. È un privilegio unico e come tale deve essere retribuito. L’importante comunque è che gli animali non vengano stressati e non si abituino, quindi mi piace anche che gli umani si facciano scrupoli e abbiano regole severe.
The Lady
E’ un provilegio, hai ragione, non lavevo mai pensata in questo senso! Mi è sembrato che i gorilla stessero benone, devo dire. Piuttosto tranquilli. I più timidi semplicemente se ne andavano nella boscaglia. Quindi mi pare siano rispettati e protetti a sufficienza. Speriamo continui così!!
Claudia
Un’esperienza davvero unica. Io in generale sono una risparmiatrice, ma quando c’è un’esperienza così non mi pongo tanti problemi sul prezzo, preferisco risparmiare poi su altro come il pernottamento!
The Lady
Hai ragione! Alla fine è stata un’avventura fantastica 🙂 Poi ci siamo spostati in bus improbabili a prezzi stracciati, per controbilanciare il budget: Un’altro tipo di avventura! ?