Una delle prime cose che ho notato appena arrivata a Santa Cruz de Tenerife, è l’incredibile quantità di statue, monumenti e installazioni d’arte varie che si incontrano per le strade della città. Ogni piazza e ogni incrocio ne ospita una: personaggi più o meno storici, opere d’arte moderna, monumenti grandi e piccoli di ogni forma e significato.
Voglio parlare di alcuni nello specifico o perché hanno una storia interessante o perché mi hanno incuriosito particolarmente.
El Chicharro
Inizio con la statua più cara agli abitanti di Santa Cruz de Tenerife, tanto da cambiare il nome della piazza che la ospita dandogli il suo nome: il Chicharro. Ne avevo parlato sul mio profilo Instagram qualche tempo fa. Si tratta della statua di un pesce, un suro (o sugarello, o sauro), donato alla città di Santa Cruz de Tenerife da parte di un’associazione culturale venezuelana. La scultura in bronzo è stata installata nel 1979 in quella che oggi è, appunto, la Plaza del Chicharro.
Ma perchè un pesce? Quando la capitale di Tenerife era ancora La Laguna, Santa Cruz era solamente una cittadina costiera che sopravviveva di pesca. Il pesce pescato, però, veniva venduto a tutte le città interne, capitale inclusa. Da qui, gli abitanti di Santa Cruz presero il nome di Chicharreros, ovvero “quelli dei chicharri”.
Una statua del pesce in questione deve essere sembrata un dono adeguato per celebrare gli abitanti dell’odierna capitale di Tenerife.
Monumento alla Vittoria: la controversia
Non tutte le opere d’arte urbana sono ben viste dalla popolazione. A volte è solo una questione di gusto personale a lasciare perplessi i cittadini. Altre volte, invece, è una questione morale o storica.
Proprio di recente, col movimento #BlackLivesMetter, c’è stata un’ondata di “pulizia”. Sono state rimosse statue che per anni erano passate inosservate ai più ma che, in un modo o nell’altro, strizzavano l’occhio al dominio dei bianchi su… tutti gli altri. E allora via statue di grandi condottieri e re che però favoreggiavano lo schiavismo! Via anche i presidenti e il nostro Indro Montanelli che, con aria molto innocente, decenni fa aveva fatto una dichiarazione poco fortunata in diretta tv.
Tra le tante statue a Santa Cruz de Tenerife, non manca quella controversa: il Monumento alla Vittoria (o Angelo della Vittoria), comunemente conosciuto come il Monumento a Franco. Essendo Franco un dittatore che ha regnato durante la guerra civile spagnola e che silenziosamente sosteneva la Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, è facile capire il perché la gente apprezzi poco questa gigantesca statua di “un uomo” (per puro caso con le sembianze di Franco stesso) a cavallo di un angelo. Bisogna anche aggiungere che, esattamente come in Italia con l’apologia al fascismo, ogni esaltazione del franchismo è vietata per legge. Quindi il monumento deve essere rimosso.
Senza entrare in questioni politiche scottanti, va fatto notare che tantissimi sono a favore del monumento. E infatti, a decenni dalla morte di Franco, la “sua” statua è ancora lì in bella vista sul lungomare. E’ famosa anche la dichiarazione di un ex sindaco di Güimar, nell’entroterra di Tenerife a sud di Santa Cruz, che si è offerto di ospitare la statua nel suo comune, nel caso in cui venisse finalmente deciso di rimuoverla dalla capitale.
Enrique González Bethencourt
In una delle piazzette più carine del centro, tra alberi, gazebo, praticello e baretto, si nasconde la statua di Enrique González Bethencourt, il famosissimo e amatissimo fondatore della murga Afilarmónica NiFú-NiFá.
Al resto del mondo questa informazione dice poco, ma bisogna considerare l’importanza delle murgas nella cultura canaria.
Iniziamo dalle basi.
Cos’è una murga?
E’ un coro di soli uomini o sole donne che cantano a cappella o accompagnandosi con tamburi e “pito murguero”, ovvero un kazoo di grandi dimensioni. Altri strumenti sono considerati profani. Usano travestimenti e make-up di vario tipo, con una comune propensione per i pagliacci. Cantano generalmente su basi di canzoni note, facendone mesh-up, cambiandone il testo e preferendo temi di attualità in versione ironica.
Perché le murgas sono famose?
L’apoteosi annuale delle murgas è il carnevale. Anzi, il pre-carnevale. La televisione trasmette una sorta di San Remo locale durante il quale, ogni sera, si esibiscono le murgas. C’è ovviamente una giuria e una dozzina di gruppi raggiungono la finale. Più seguito del discorso di fine anno del re, questo concorso da’ celebrità alle murgas. Hanno l’onore di participare gli eventi del carnevale di Santa Cruz e delle altre città. Sono anche invitati nelle altre isole e fanno concerti per i loro sfegatati fans.
La statua del padre delle murgas
Ma torniamo alla statua di Enrique González Bethencourt. La Afilarmónica NiFú-NiFá è di Tenerife ed è considerata la più antica e madre di tutte le murgas. Nel 2001 Enrique González Bethencourt è stato addirittura premiato dall’allora re Juan Carlos per i suoi sforzi nel mantenere il carnevale attivo anche durante il franchismo.
In poche parole, un eroe! Che chiaramente merita una statua nel parco davanti al gazebo dove, un tempo, si esibiva la sua murga!
Il centro città
Passeggiando tra le vie pedonali (o quasi) del centro di Santa Cruz de Tenerife si incontrano tantissime altri monumenti, statue e opere d’arte varia. Ne cito solo alcune che hanno particolarmente attratto la mia attenzione, per un motivo o per l’altro.
Per Adriano, creata da Igor Mitoraj, si trova davanti al teatro del centro di Santa Cruz. Rappresenta un volto, cavo, che suppongo voglia ricordare una maschera teatrale. Difficilissima da fotografare senza gente intorno e con la luce giusta, è per me una delle opere meglio inserite nella città.
La Lechera Canaria si trova davanti all’ingresso del mercato Nuestra Señora de Africa. E’ la statua di una donna con una brocca di latte sulla testa, proprio come si faceva a Tenerife un secolo fa. Erano conosciute come lechere, ovvero lattaie, proprio perché andavano a vendere il latte portandolo sulla testa. Le più avventurose, si arrampicavano su per la montagna nell’attuale Parco Rurale di Anaga, aiutandosi con un asinello.
E le fa compagnia, non troppo lontano, La Aguadora, di Medín Martín, installata nel 2000 come omaggio alle donne che un tempo andavano a raccogliere l’acqua potabile al pozzo.
Nella Plaza del Patriotismo sono state piazzate queste 7 colonne che rappresentano ognuna una delle isole canarie. Siete Islas, di José Abad, è del 1987 e quindi gliela perdoniamo. Infatti dal 2018 La Graciosa è stata ufficialmente riconosciuta come ottava isola canaria, con tanto mi municipio e capitale. Meriterebbe la sua propria colonna!
Ai margini del centro storico, due opere di arte contemporanea: El Sueño de Europa di Martín Chirino (1986), e la Escultura Móvil, di César Manrique. Quest’ultimo è un noto architetto e scultore di Lanzarote che ha lasciato bellissime costruzioni sulla sua isola, decisamente degne di una visita.
La Rambla e i dintorni
Un viale alberato con al centro una larga passeggiata pedonale deve essere sembrato un’occasione troppo ricca per farsela sfuggire. Così il comune di Santa Cruz de Tenerife ha deciso di riempirlo di statue e installazioni di arte moderna.
Tra le più famose, dando un tocco internazionale, c’è El Guerrero de Goslar, di Henry Moore. E’ del 1977 e non sai mai da che parte fotografarlo.
Dagli alberi sui lati del passaggio pedonale pendono Ejecutores y Ejecutados. Ovvero palle rosse giganti a cura di Xavier Corbero.
Proseguendo dopo l’estremità sud della Rambla, la zona pedonale continua con Avenida de la Asunción fino a Plaza de la República Dominicana. Qui troviamo Móvil, un monumento rosso, alto e curioso di Francisco Sobrino. E’ del 1973 e rappresenta qualcosa che a me, da lontano, ricordava la versione in miniatura dell’Atomium di Bruxelles.
Nella stessa via, c’è anche Femme Bouteille, una scultura di Joan Miró ben diversa dai suoi famosi e coloratissimi dipinti.
Altri monumenti e opere d’arte
Esistono tantissime altre statue e monumenti a Santa Cruz de Tenerife delle quali non posso parlare semplicemente per questioni di tempo. Esporare la città, anche fuori dal suo centro storico, ve ne farà scoprire a decine! Provate a contarle: sembrano moltiplicarsi all’infinito!
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Angela
Ho studiato spagnolo e ricordo la grande amarezza ogni volta che si parlava del periodo di Franco. Capisco bene i problemi con quella statua. Liberarsi è stata una vera vittoria, per tutti, non solo per gli spagnoli!
The Lady
Sembrerebbe un pensiero ovvio, e invece la questione è molto dibattuta in Spagna! Pensa come sarebbe ad avere una statua di Mussolini in Italia o di Hitler in Germania… Eppure in Spagna le opinioni sono molto discordanti!