(Ultimo update: 19/09/2023)
“Io Viaggio da Sola” è uno di quei libri comprati a caso, perché la copertina mi ha colpito o il titolo mi ha attirato. In questo caso, la scintilla è scattata grazie alla frase citata in copertina: Viaggiare da sole non significa affatto essere sole. Significa che vi dovete arrangiare a portare la valigia.
Ho riso e mi sono diretta in cassa con il libro in mano. Viaggio da sola anche io da tanti anni. Prima per studio, poi per lavoro e infine, ho scoperto piano piano nel tempo, perché non disdegno fare la turista in solitaria.

Recensione: “Io Viaggio da Sola” – Maria Perosino – Einaudi (2012)
Il titolo dice tutto: Io Viaggio da Sola è un libro scritto per donne (ma non solo) che viaggiano spesso in solitaria. Che sia per lavoro o per piacere, bisogna imparare ad arrangiarsi in ogni piccola cosa, dal fare la viglia il più leggera possibile seppure completa per l’occasione, all’affrontare il cameriere di turno che vorrebbe fregarti sul prezzo, senza però fargli credere che ci stai provando.
Trama (senza spoiler):
“Io Viaggio da Sola” è un saggio che offre aneddoti, consigli e suggerimenti su come affrontare un viaggio in solitaria, con una strizzata d’occhio ad un target femminile. Alcuni capitoli possono risultare ad oggi un po’ banali, perché chi viaggia più o meno spesso è perfettamente in grado di scegliere e prenotare un albergo con i requisiti necessari. Altri, tra racconti ed esempi pratici, sono piuttosto interessanti.
Un grande classico, per esempio, è affrontare la cena al ristorante ad un tavolo per uno. All’imbarazzo, la solitudine e la tristezza si aggiungoni i problemi pratici. Come fare per non farsi affibbiare un tavolino nell’angolo tra la cucina e il bagno? Come intrattenersi in solitaria mentre tutti gli altri clienti chiacchierano allegramente?
La mia opinione
Anni fa ho lavorato qualche mese a Firenze. Pernottavo con i colleghi in un B&B nel centro storico. Sfoggiando una vasta gamma di accenti italiani (romano, milanese, bresciano, veneto…) tentavamo di trovare i nostri spazi nella città e ogni mattina passavamo dallo stesso bar. I simpatici-ma-non-troppo baristi hanno imparato a riconoscerci nel giro di un paio di giorni. Ci serviva sempre lo stesso, che chiameremo Dante. Poi, un giorno, ci ha servito il collega, diciamo Vanni.
Quando arriva il conto, Vanni ci passa il conto, con i prezzi chiaramente inferiori ai giorni precedenti. Dante lo raggiunge in un baleno, si appresta a correggerlo, poi gli bisbiglia qualcosa all’orecchio come se non fossimo nemmeno presenti e lo lascia nuovamente solo alla cassa.
Vanni era onesto. Mentre Dante, il primo giorno, ci aveva fatto “il prezzo del turista”. E anche se più tardi ha capito che saremmo potuti essere clienti abituali, ormai non poteva più cambiarlo. E niente. Dante e Vanni hanno perso una manciata di clienti al volo: non siamo più tornati.
Perché vi racconto questa storia? Perché ricordo perfettamente che uno dei suggerimenti di Maria Perosino in “Io Viaggio da Sola” era di farsi riconoscere, appunto, in posti dove probabilmente si tornerà a breve. Come il bar dell’angolo, per esempio. Evitare di essere il turista, quello in viaggio di lavoro, uno di passaggio. Perché purtroppo la fregatura per queste categorie di persone è sempre dietro l’angolo. Saper viaggiare, soli o in compagnia, è una skill che andrebbe messa sul CV! E questo libro è pieno di tanti piccoli suggerimenti pratici!

Tutte le immagini in questa pagina sono di proprietà dell’autore e quindi protette da copyright.
Alcune possono essere comprare su Shutterstock, 123RF e Dreamtime.
ANTONELLA MAIOCCHI
Ho viaggiato spesso da sola per lavoro e ho affrontato molte volte l’imbarazzo della cena da sola. All’inizio mi sentivo un pesce fuor d’acqua poi ci ho fatto l’abitudine, viaggiare da sola per una donna non è sempre facile quindi leggerà volentieri il libro che suggerisci
The Lady
E’ vero, la cena in solitaria è sempre la cosa più traumatica, per chi non ci è abituato!! 😀
Laura
Mi ha subito attirato il titolo dato che possiamo dire vivendo all’estero mi sento come una viaggiatrice solitaria e mi é piaciuto l’aneddoto che hai raccontato, assurdo che vi sia questa discriminante quando si é turisti anche nello stesso paese. Non voglio immaginare cosa facciano ai turisti stranieri
The Lady
Anche io come te vivo all’estero da anni. E trovo importantissimo far sempre capire che non sono un turista, proprio perché temo sempre il trattamento da “quello di passaggio”! Poi ci sono anche quelli che quando capiscono che vivi lì diventano improvvisamente intolleranti allo straniero, ma questa è un’altra storia 😅
Silvia The Food Traveler
Mi segno questo titolo perché mi interessa molto! Ho viaggiato spesso da sola, soprattutto in passato, e dopo uno o due viaggi devo dirti che a volte era meglio con me stessa che con altri.
L’aneddoto che vai raccontato mi ha fatto tornare in mente un episodio simile, che però è capitato in un bar della mia città in occasione di una fiera internazionale: la cameriera nuova ha pensato che fossi una turista e mi ha applicato un prezzo più alto rispetto a quello abituale per croissant e caffè. Nemmeno io sono più tornata!
The Lady
Anche a me piace viaggiare da sola, con i miei tempi, le mie scelte, i miei modi… E non tornare più in un bar dove ti fregano solo perché non ti conoscono, è il minimo che questi posti si meritano!