Il Tempio di Hatshepsut, la regina faraone

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Femminista ante litteram, la vita di Hatshepsut è la storia di una regina che si proclama faraone, una delle pochissime donne sovrane dell’antico Egitto.

La sua storia mi ha affascinata, soprattutto perché era una donna dal buon gusto, oltre che dall’enorme potere. Hatshepsut ha lasciato dietro di sè templi, tombe, statue e obelischi incredibili, anche se purtroppo non tutti sono giunti ai giorni nostri.

Il tempio mortuario di Hatshepsut a Luxor
Il tempio mortuario di Hatshepsut a Luxor

Chi era Hatshepsut: la regina che si proclama faraone

Appartenente alla XVIII dinastia egizia, parliamo quindi del Nuovo Regno, Hatshepsut nasce intorno al 1500 AC. E’ figlia del re e faraone Thutmose I e della Grande Sposa Reale (ovvero la moglie “principale”) Ahmose. Hatshepsut ha vari fratelli e sorelle, tra i quali il fratellastro Thutmose II, figlio di una sposa secondaria.

Alla morte del padre, Hatshepsut sembra pronta a prendere il trono, in quanto unica erede ancora in vita di sangue reale sia da parte id padre che di madre. Ma qualcosa non va per il verso giusto e il trono passa al fratellastro Thutmose II. Come spesso succedeva in quel tempo, i due fratellastri si sposano. Una situazione conveniente per entrambi ma soprattutto per lui, perché il doppio sangue reale di lei “autorizza” il mezzosangue Thutmose II a diventare faraone. Hatshepsut, dal canto suo, è la Grande Sposa Reale, che comunque non è una posizione mica male.

Il femminismo egizio e l’ascesa al trono

Thutmose II muore giovane. Hatshepsut ha avuto una figlia femmina ma non maschietti, che invece sono arrivati tramite mogli secondarie. La successione è quindi molto confusa, perché il piccolo  Thutmose III, il primo maschio del faraone, ha forse due o tre anni, non è figlio di Hatshepsut e non può certo prendere in mano il governo dell’Egitto.

Hatshepsut torna a reclamare il trono, e questa volta vuole essere sicura di ottenerlo. Ma non si limita a diventare reggente, aspettando che Thutmose III cresca. Ecco l’ideona femminista: si dichiara faraone.
I faraoni, sappiamo, hanno discendenza divina. E allora Hatshepsut rivela la sua origine ultraterrena come figlia del dio Amon. Un concepimento divino è quello che le mancava per convincere il popolo che è giustamente lei a dover regnare.

Femminista, ottimo politico e gran furbona, Hatshepsut si comporta come faraone e si mostra come tale. I faraoni infatti venivano sempre ritratti con una barba posticcia, la corona, il vestito corto e la pelle rossastra. Lei fa lo stesso, e in tutti i suoi ritratti, la si puó scambiare per un uomo. Le donne, infatti, erano raffigurate con vestiti lunghi, la pelle gialla e, decisamente, niente barba.

Statue di Hatshepsut ritratta come un faraone nel suo tempio a Luxor
Statue di Hatshepsut ritratta come un faraone

Politica e successi

Gli egittologi sostengono che Hatshepsut sia stata un’ottima sovrana. Ha regnato a lungo, molto più di qualsiasi altra donna egiziana al potere. E`anche riconosciuta come uno dei sovrani egizi con il maggior numero di edifici costruiti durante il suo regno. Tra questi spiccano un incredibile obelisco nel tempio di Karnak, il maestoso tempio funerario per sè stessa e per suo padre a Luxor e la sua tomba nella Valle dei Re.
E’ stata anche riconosciuta come un politico di successo, pacifista. Senza grandi nuove conquiste, ha condotto solo poche compagne militari per rafforzare il potere dell’Egitto in specifici territori. Tra le più interessanti ci sono quelle in Somalia, dalle quali ha riportato, tra le altre cose, alberi di incenso. Lo sappiamo sia perché ci sono vari dipinti a testimoniare i beni riportati in patria, sia perché i resti fossilizzati di questi alberi sono ancora visibili nel suo tempio a Luxor.

Incisioni sui muri del tempio di Hatshepsut: offerte a Osiris e un banchetto di prodotti etnici
Incisioni sui muri del tempio di Hatshepsut: offerte a Osiris e un banchetto di prodotti etnici

La morte di Hatshepsut

Sembra che Hatshepsut abbia cresciuto il figliastro Thutmose III nel lusso, facendolo studiare e preparandolo a diventare re. Ma il potere dà alla testa e lei ci prende gusto a fare il faraone, e non lascia il trono nemmeno quando il principino raggiunge un’età adatta a governare.
Posticipa ad oltranza il matrimonio tra Thutmose III e sua figlia Neferura, la sola con sangue reale sia da parte di madre che di padre, che avrebbe reso legittima l’ascesa al trono del principe.

La faraona femminista si tiene il potere fino alla morte. Che non arriva nemmeno tanto presto. Hatshepsut muore probabilmente sui 50-60 anni, dopo ben 22 anni di regno. A quel punto il figliastro è un uomo adulto e incattivito dall’attesa. Suo figlio, Amenofi II, co-reggente con il padre per diversi anni, ha il dente ancora più avvelenato. Probabilmente perché non era figlio di una Grande Sposa Reale nè tanto meno di un padre di sangue 100% reale, cose che gli rendevano difficile giustificare una successione al potere, soprattutto agli occhi della prozia Hatshepsut.

La vendetta del figliastro e/o del nipote

Thutmose III e/o Amenofi II (a seconda delle teorie) sfogano la loro ira contro la sovrana ormai deceduta deturpandone tutte le immagini dal suo tempio a Luxor, cancellandone il nome e rompendone o rimuovendone le statue da svariati templi. E`una vendetta che ai giorni nostri non ha molto senso. Ma va vista dal punto di vista culturale del tempo. Si pensava infatti che la persona morta vivesse per sempre nell’aldilà. Ma per raggiungere l’eternità, i defunti avevano bisogno che gli dei li riconoscessero e li accompagnassero nel passaggio ultraterreno. E gli dei, per riconoscere le anime che si presentavano al loro cospetto, avrebbero dovuto trovarne il corpo imbalsamato, o riconoscerne il volto o leggerne il nome in qualche tomba o tempio. In assenza di tutti e tre gli elementi, gli dei non avrebbero potuto riconoscere la persona. E ad un’anima senza nome sarebbe quindi stata negata la vita eterna.

Nel folle processo di distruzione, figlio e/o nipote pensarono anche di costruire un muro attorno all’altissimo obelisco che Hatshepsut si era fatta costruire nel tempio di Karnak (oggi sito UNESCO), così che da lontano non si potesse vedere se non la punta del maestoso monumento. Volevano negarle non solo la vita eterna, ma anche la fama terrena. Che figliastro e nipote infami! Il tempo le ha ridato un po’ della gloria rubata, perché il muro è crollato, mentre l’obelisco è lì in piedi (con l’aiuto di qualche restauro) a farsi ammirare dai turisti, accanto a quello del padre Thutmose I.

 Gli obelischi di Hatshepsut e Thutmose I spuntano tra le rovine del tempio di Karnak
I due obelischi di Hatshepsut e Thutmose I nel tempio di Karnak

Il tempio mortuario di Hatshepsut a Luxor

Tra le costruzioni più impressionanti e più visitate dell’Egitto, c’è sicuramente il tempio mortuario che Hatshepsut fece costruire per sè stessa e il padre. Rientra sempre tra le attrazioni da visitare a Luxor ed è davvero affascinante, soprattutto la mattina prestissimo.
Anche se sostengo che in questa zona dell’Egitto una brava guida locale può davvero trasformare la visita in qualcosa di magico (e vi rimando ad un articolo pieno di consigli pratici per visitare il sud dell’Egitto), una guida cartacea come la Lonely Planet può darvi una buona idea dell’intera area e i suoi templi.

Questo tempio mortuario non è semplicemente una tomba che avrebbe ospitato il corpo di Hatshepsut, ma un enorme complesso per celebrazioni e rituali, che ospita anche piccole santuari per alcuni degli antichi dei egiziani.

L’architetto fu un certo Senenmut, che forse fu anche l’amante della sovrana. Lo sappiamo perché Senenmut lascia un’originale “firma” con tanto di nome e immagine di sé stesso. Si firma in segreto, forse perché non aveva il permesso di Hatshepsut, dietro una delle porte del tempio. Quando la porta si apriva aperta, verso l’interno, il rilievo con la “firma” veniva coperto dalla porta stessa. E siccome nessuno chiudeva le porte restando dentro al tempio, la firma poteva rimanere segreta senza creare scandalo. Un genio.

Il tempio di Hatshepsut si trova sulla sponda occidentale del Nilo, quella riservata al mondo dei morti. E`costruito praticamente di fronte, ma sulla sponda opposta del Nilo, al Tempio di Karnak, che era il principale santuario del dio Osiris (o Amun-Ra), il dio buono più importante dell’antico Egitto.
La struttura è imponente e doveva sembrare ancora più impressionante nel passato. L’accesso al tempio avveniva passando una lunga fila di sfingi nella spianata principale e attraverso giardini con alberi di incenso somali.

Una delle numerose sfingi che adornavano l'entrata del tempio mortuario di Hatshepsut
Una delle numerose sfingi che adornavano l’entrata del tempio mortuario di Hatshepsut

Il tempio è costituito da altri due livelli, un po’ a simulare una sorta di piramide-tomba per Hatshepsut. Il secondo livello ha dei rilievi della missione in Etiopia, particlarmente significativi da un punto di vista storico, pieni di dettagli e ancora parzialmente colorati. In parte scavato direttamente nella roccia, il terzo livello ospita i santuari di Hathor, Ibis e Osiris e un’area dedicata al culto mortuario di Hatshepsut e suo padre Thutmose I.

La visita del Tempio di Hatshepsut costa 160 EGP (nel 2020), qualcosa in più se si prende il trenino elettrico dalla biglietteria alla base del tempio (circa 5-6 €).

Un lato del colonnato all'entrata del tempio di Hatshesut a Luxor
Un lato del colonnato all’entrata del tempio di Hatshesut a Luxor
Immagine Pinterest: La storia e il tempio mortuario a Luxor di Hatshepsut: la regina che si proclama faraone d'Egitto

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4 risposte

  1. La Kry

    Si capiva però che il suo era il regno di una femmina:
    “Macchè guerra e guerra! Costruisci un po’ quel palazzo che ho una certa voglia di interior design!”
    “Ma Faraona… è finito l’incenso!”
    “Come dici? E’ finito l’incenso? Eh, ma allora le cose cambiano! Chiama l’esercito che andiamo a conquistare l’outlet!”🤣

    • The Lady

      Hahaha, in effetti è molto probabile!! Del resto tra le varie cose che ha portato in patria da una delle use poche campagne militari, ci sono proprio piante con le quali ha ornato il suo tempio!! 😀

  2. Eliana

    Il patrimonio lasciato da Hatshepsut è indescrivibile. Una donna forte, sensibile e anche molto coraggiosa se pensiamo che a quel tempo il mondo era quasi esclusivamente maschile: un grande passo avanti per la donna anche se, ahimè, poi non c’è stato un vero e proprio seguito anche in altri luoghi.

    • The Lady

      Nemmeno nella sua propria patria c’è stato un grande seguito… L’Egittoon è esattamente un paese dove l’emancipazione femminile sia al top!

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