Abido (o Abydos) e Dendera (o Denderah) sono due splendidi templi sulla sponda occidentale del Nilo, a nord di Luxor. Non sono solitamente inclusi in un tour standard in questa zona dell’Egitto per il semplice fatto che Dendera si trova a 70 km a nord di Luxor, e Abido ad altri 100 km di distanza. La visita a questi due templi necessita quindi un’intera giornata. E nel programma sempre serratissimo dei viaggi in Egitto, non c’è quasi mai tempo per un giorno extra da passare in quest’area.
E’ un vero peccato che i Abido e Dendera non vengano visitati tanto quanto altri templi perché, personalmente, sono stati tra i più belli che ho visitato non solo a Luxor, ma nell’intero Egitto. Solo quelli di Karnak e Abu Simbel, tra i templi del sud del paese, sono a mio parere equiparabili in bellezza e fascino. Suggerisco fortemente la loro visita perché sono monumenti davvero speciali.
Due caratteristiche rendono questi due templi particolarmente attraenti. L’ottimo restauro tutt’ora in corso in tanti monumenti nella zona di Luxor certamente aiuta i visitatori ad avere un’idea più realistica del loro aspetto originale. Ma gioca a favore di entrambi i Templi di Abido e Dendera il fatto che si siano mantenuti particolarmente bene nel tempo. La seconda caratteristica è l’assenza di moltitudini di turisti. A confronto con le sovraffollate Valle dai Re e Regine, il Tempio di Luxor, Karnak o Abu Simbel, Abido e Dendera sembrano desolati. La loro visita è godibile ad un livello quasi privato.
Come raggiungere i templi di Abido e Dendera da Luxor
Abido si trova a circa 3 ore di auto da Luxor, e sulla strada si passa per Dendera. L’autostrada che collega le tre città è parzialmente nuova. Quando l’ho percorsa nel 2019, alcuni tratti erano ancora in lavorazione e mancava decisamente la segnaletica! E’ anche decisamente poco “rettilinea”, quindi il viaggio è lungo, nonostante non ci sia per niente traffico.
Il tempio di Seti I ad Abido
Abido è sempre stato il centro del culto a Osiris, perché si pensava che la sua testa fosse sepolta qui. La ragione ridiede in una di quelle storie mitologiche tanto assurde quanto macabre.Parliamo di assassini, risurrezioni, rapporti sessuali quantomeno discutibili e un finale con smembramento di cadavere. Tralasciamo questa leggenda e parliamo del tempio di Abido.
Il tempio di Abido, così come quello di Dendera, è praticamente deserto, rendendolo una delle visite più piacevoli della zona di Luxor.
Il monumento principale del complesso è il tempio di Seti I, ed è anche quello che si è conservato meglio in tutto l’Egitto. Infatti i restauri in questo tempio si concentrato soprattutto nel recuperare i colori originali delle decorazioni, più che in questioni strutturali.
Curiosità architettoniche uniche del tempio di Abido
Il tempio era dedicato Osiris e altre sei divinità, tra le quali il mandante dell’opera stesso, ovvero il faraone Seti I. Del resto, già che spendeva denaro per un monumento tanto imponente, perché non farsi dedicare un altare? Non è certamente l’unico tempio in Egitto con tanti altari. Ma ad Abido sorprendono le sette celle sacre sul fondo del tempio, una di fianco all’altra, paritarie in termini di posizione. Sembrano un po’ come le cappelle delle chiese cattoliche più grandi, sui lati della navata principale. Le decorazioni all’interno di ciascuna sono davvero incredibili, con dettagli che includono la trasparenza dei vestiti!
Entrando nelle due sale ipostile, i soffitti quasi completamente neri colpiscono l’attenzione. Mentre sulle colonne e la parte bassa dei muri ancora si intravedono dei colori, anche se non si avvicinano minimamente a quelli di Dendera, i soffitti sembrano rovinatissimi. In verità si tratta della conseguenza del fumo. Anni di candele e torce lasciate accese a lungo hanno completamente coperto di fuliggine la parte alta del tempio. Suppongo che nessuno si preoccupasse particolarmente di pulire là in alto. E col tempo il nero ha ricoperto tutti i disegni. I restauratori stanno lentamente cercando di ritrovare i colori sotto i decenni di fumo, ma è un lavoro lungo e, fin’ora, ancora poco fruttuoso.
La curiosità architettonica maggiore, però, è riservata alla forma del tempio, unica nel suo genere. Proprio dopo le sette stanze delle divinità, invece di continuare “diritto”, il tempio “gira” a sinistra. La forma a L è davvero una novità, ma non si tratta di un tocco artistico. Pare che nello scavare le fondamenta del tempio, i lavoratori abbiano trovato una costruzione preesistente, completamente interrata e dimenticata! Si tratta dell’Osireion, una camera mortuaria circondata da canali d’acqua e raggiungibile solamente da un tunnel sotterraneo. Como altre struttura Sacre, l’Osireion non poteva essere abbattuto. Quindi per terminare il tempio hanno dovuto cambiare l’orientazione della seconda parte dell’edificio, dando vita alla curiosa forma a L.
La lista dei re
Nel tempio di Abido si incontra un documento di grandissimo valore storico. Sui muri di uno dei corridoi laterali è stata scolpita una lista di re e faraoni, da Narmer, primo faraone della prima dinastia, fino a Seti I (1200 AC). Alcuni sono stati omessi probabilmente di proposito, come per esempio la regina Hatshepsut. Altri, forse, erano già stati dimenticati. La lista di 76 nomi ci da’ comunque un’idea di quante tombe ancora mancano all’appello in tutto l’Egitto!
Il Tempio di Hathor a Dendera
Dendera è una piccola località affacciata sul Nilo, a poco meno di 70 chilometri a nord di Luxor. Il tempio che si può visitare qui è dedicato alla dea egizia Hathor. E’ imponente e il suo interno assolutamente spettacolare. Non ha nulla da invidiare alle attrazioni di Luxor e si può visitare con calma e senza la solita ressa di turisti.
Le decorazioni, tra colori e sfregi
Tra restauri e una fortunata durabilità nei secoli, il tempio di Dendera ha mantenuto la sua struttura originale, con le colonne circolari che ancora sostengono il tetto completo. In forte contrasto con un’architettura così meravigliosamente preservata nel tempo, sono le figure, specialmente i volti, di quasi tutte le rappresentazioni di uomini e divinità scolpite su colonne e muri del tempio. Nell’antico Egitto, l’immagine di una persona era fortemente legata alla sua vita nell’aldilà. Sfigurare una scultura rendendola irriconoscibile, voleva fondamentalmente dire negarle l’opportunità di una vita ultraterrena. Questo per esempio è successo nel tempio mortuario della regina faraone Hatshepsut. Una storia affascinante, con i vendicativi Thutmose III e Amenofi II che deturpano le immagini dell’unica regina-faraone della storia egiziana. Ma nel caso di Dendera, tuttavia, non si tratta di vendetta. E’ evidente perché i danneggiamenti sono stati effettuati in maniera indifferenziata su tutte le figure presenti. Si tratta probabilmente di un intervento iconoclasta medievale, che ha purtroppo rovinato le incisioni di quasi tutto il tempio.
Un’altra caratteristica delle decorazioni del tempio di Dendera, riguarda i cartigli, ovvero quegli ovali che contengono i geroglifici del nome dei soggetti (solitamente divinità, faraoni, personaggi regali e altre persone di potere) rappresentati nelle varie scene. Questo tempio infatti è stato costruito in un periodo di forte instabilità politica. Gli artisti che si occupavano delle decorazioni sembra che non fossero molto certi di chi avrebbero avuto quei posti d’onore sulle mura eterne del tempio. Nel dubbio, hanno lasciato gli spazi vuoti e proprio così sono arrivati a noi oggi.
Nonostante i danneggiamenti, il tempio è affascinante. La grande sala ipostila è decorata in ogni suo centimetro, muri, colonne e soffitto. Quest’ultimo mantiene ancora i colori originali, dando un’idea della magnificenza del tempio nei suoi giorni gloriosi. Le colonne della sala ipostila di Dendera, infatti, sono tra le più imponenti che ho visto in Egitto: più colorate rispetto a quelle di Abido e seconde solo a quelle altissime del tempio di Karnak a Luxor.
Le camere segrete del tempio
Agli egiziani, si sa, piaceva nascondere le cose. Dalle piramidi alle tombe della Valle dei Re di Luxor, questo popolo ha sempre tentato di evitare che gli sciacalli rubassero quello che non apparteneva loro. E anche il tempio di Dendera è pieno di passaggi nascosti e porte segrete. Alcuni sono state scoperti a vari metri di altezza dal suolo, e si aprono su nicchie dall’uso ignoto. Il più interessante e accessibile si trova sul fondo del tempio e un guardiano ne controlla l’ingresso. Non è chiarissimo come venga gestito l’accesso ma, come spesso succede in questo paese, una mancia apre pressoché qualsiasi porta. Anche quella al passaggio segreto. Si devono scendere degli scalini e passare attraverso un basso varco, praticamente inginocchiandosi al suolo. Questo si apre su due corridoi stretti, lunghi una decina di metri ciascuno. Evitare assolutamente di entrare in questo passaggio se soffrite di claustrofobia.
Non è chiaro lo scopo di questo posto, visto che non ci sono n’è porte n’è alcun genere di ulteriore apertura. O forse non sono state ancora trovate. Si suppone che fosse usato dai sacerdoti per nascondere qualcosa di prezioso di proprietà del tempio stesso. Ma non importa: i muri di questi tunnel sono la vera attrazione. I dettagli degli intagli sono talmente minuziosi che lasciano a bocca aperta.
L’esterno: il tetto e gli altri edifici
Su entrambi i lati del tempio, due strette scale ampiamente decorate danno accesso al tetto. Questa parte è più rovinata, ma si incontrano un paio di cose curiose. In un angolo della struttura, una stanzetta nasconde un elaborato zodiaco scolpito sul soffitto. E`talmente ricco di dettagli e interessante da un punto di vista storico e culturale, che l’originale è stato trasferito a Parigi, lasciando nel tempio di Dendera solamente una copia.
Nel tempietto dell’angolo opposto, si incontravano Hathor e Horus. Il passaggio del tempo sul tetto è stato meno gentile, e le sculture sono meno dettagliate rispetto a quelle interne al tempio. Ma qui, all’aria aperta, le statue delle due divinità venivano lasciate una volta l’anno a gioire della reciproca presenza.
Come in tanti altri tempi di Luxor, anche su un lato del tempio di Dendera si trova un lago sacro. Era usato dai sacerdoti per lavarsi e purificarsi, ma ad oggi non contiene traccia d’acqua. Sul piazzale davanti al tempio ci sono i resti di una piccola basilica copta ormai in rovina e due edifici scuri e piuttosto grezzi. Questi ultimi venivano usati dai malati e dalle donne in travaglio, che venivano al tempio per aiuto durante il parto e magari una preghiera in più.
Le celebrazioni del tempio di Dendera
La festa più importante celebrata del tempio di Dendera era quella del raccolto. La dea Hathor, nella mitologia egizia, era sposa di Horus, il cui tempio più celebre si trovava ad Edfu. Luxor si trova pressoché a metà strada tra Dendera ed Edfu. Eppure ogni anno la statua di Horus veniva caricato su delle imbarcazioni e trasportato sul Nilo per tutti 150 i chilometri fino a Dendera. Un faticoso pellegrinaggio che dava l’opportunità alle due divinità di incontrarsi e godere della reciproca presenza, al fine di garantire una stagione fruttuosa e, più in generale, un’annata feconda.
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