[Ultimo aggiornamento: 02/05/2024]
Nell’uso quotidiano della lingua italiana, “volontario” e “cooperante” sono termini che spesso vengono scambiati e confusi.
Quello che accomuna queste due figure, specialmente visto da un occhio inesperto, è un generico desiderio di aiutare in una situazione di disagio che non riguarda personalmente il soggetto.
Ma la buona volontà e la passione per la causa, benché indispensabili, non sono caratteristiche sufficienti per un intervento concreto nei contesti in cui entrambi operano.
Da qui nasce la necessità di capire che i volontari e i cooperanti sono persone con compiti, scopi e competenze molto differenti.
Volontario e cooperante: le differenze
Mettiamo le due figure a confronto e vediamo cosa le accomuna e le principali differenze dei loro ruoli, compiti, attitudini e caratteristiche.

“Il miglior amico di un volontario è qualsiasi persona locale che si presti a un selfie.
Il miglior amico del cooperante è Excel”
(cit. Eugenio D.)
Facciamo qualche esempio:
Io sono volontaria.
Collaboro in maniera continuativa (in remoto) con la ONLUS Compassion Italia e più saltuariamente in ambito internazionale e non, sia con Compassion che con altre organizzazioni legate ad ambienti religiosi.
Non ho contratti.
Offro il mio tempo libero e/o le mie vacanze estive.
Se devo viaggiare, pago di tasca mia.
Ho sempre una persona di riferimento a cui rivolgermi in caso di dubbi o necessità.
Aiuto in ambiti completamente diversi dal mio lavoro “vero”, quali traduzioni, raccolte fondi, intrattenimento di bambini e adolescenti e lavori manuali.
Tito è cooperante.
Lavora con AIFO da due anni.
Ha un contratto e lavora come cooperante full time.
E’ coordinatore di paese per Guinea Bissau e Tunisia, gestendo con i capi progetto il personale in loco.
E’ responsabile ultimo in loco dell’operato nei due paesi della ONG, occupandosi di pianificazione e gestione delle spese, dei contratti, fondi, sicurezza, norme e leggi locali e valutazione di eventuale ricezione di volontari.
Ha una laurea in scienze e techiche dell’interculturalità, un MBA, una decina d’anni di lavoro alle spalle e parla 4 lingue.
Michela è volontaria.
Offre servizio presso l’Opera San Francesco di Milano.
Svolge attività circa una volta al mese da quasi 10 anni.
Aiuta alla mensa, al magazzino dei vestiti di seconda mano, all’ambulatorio gratuito, al servizio di assistenza ricerca lavoro e ai banchetti per le raccolte fondi medicinali e vestiti.
Durante ogni attività svolta, c’è un supervisore a gestire i volontari presenti, ed è solitamente un volontario esperto.
Non è né pagata né rimborsata.
Gian Paolo è cooperante.
Lavora per ONG AISPO in ambito sanitario, a Milano.
Ha regolare contratti della durata dei progetti ai quali lavora.
E’ stipendiato e lavora full time come cooperante.
Coordina un gruppo di tecnici, ingegneri ed architetti per sviluppare progetti nei vari paesi dove opera la ONG.
E’ responsabile della della progettazione di impianti elettrici, climatizzazione e gas medicali per le strutture che la ONG costruisce.
E’ laureato in ingegneria e scienze politiche con indirizzo “cooperazione e lo sviluppo internazionale”, perchè “un buon ingegnere ha bisogno di altre skills per poter far bene il proprio lavoro nell’ambito dello sviluppo internazionale”.

Domande e risposte (storie vere)
D – Mia figlia ha 18 anni. Come potrebbe fare un’esperienza per cooperante quest’estate?
R – Non potrebbe.
Però potrebbe fare volontariato in un campo organizzato, in Italia o all’estero, in un settore di suo interesse: animali, archeologia, agricoltura, costruzioni, abbraccio spasmodico di bambini….
D – Fai cooperazione? Chissà che giornate entusiasmanti che vivi in quei posti là!
R – In effetti Excel mi da’ emozioni incredibili ogni giorno!
D – Ma perché andare così lontano quando anche in Italia c’è tanto bisogno?
R – …[imbarazzo]…
D – Anche a me piacerebbe viaggiare come fai tu!
R – Guarda, l’ONG TalDeiTali cerca volontari tutti l’anno in Burchina Fa… no, eh? Va beh…
D – Cosa vuol dire che ti pagano? Eh ma così non vale!
R – …la vita è ingiusta.
D – Che lavoro fai?
R – Il cooperante.
D – Cioè? Lavori alla Coop?
D – Sei cooperante? Anche mio nipote vorrebbe fare volontariato per due settimane. Posso dargli il tuo numero?
R1 – No
R2 – Dipende, è carino?
R3 – Dipende, mi offre una birra mentre gli spiego il perché non andrà a fare il mio lavoro per quelle 2 settimane?
Ringrazio il gruppo Facebook Cooperanti si Diventa! per l’assistenza nell’individuare i più comuni fraintendimenti e stereotipi sulla figura del cooperante e le principali differenze con il ruolo del volontario.

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Stocco Daniela
Sono d’accordo su tutto !!fare il volontario x me’ ti arricchisce molto …. è più quello che ricevi di quello che dai .
The Lady
E’ la stessa cosa che dicono in tanti (: Grazie!